lunedì 29 aprile 2013

Why we fight.

Certo che tornare a scrivere dopo un post che annunciava "l'anno del serpente" dopo un anno in cui, di serpenti, si è dipinto praticamente solo l'unico sotto fotografato, non è semplicissimo. Anche considerando che comunque qualche altra miniatura è passata dal grigio shame ad una colorazione più consona, di sicuro non si può dire che il 2012 sia stato proprio un anno di successo per l'hobby, personalmente parlando.

Non c'è ombra di dubbio che avere un lavoro, una moglie e un figlio non aiuti un gran ché a dipingere. Ma dire che "non ho dipinto perché non ho tempo di farlo" sarebbe un po' nascondersi dietro ad un dito. Alla fin fine, quest'anno il tempo per giocare a WoW, Diablo, Starcraft, DOTA2 e una miriade di altri giochi l'ho trovato, no? E allora perché ormai quando mi metto a dipingere spesso devo prima togliere la polvere dalla postazione di pittura, buttare via due o tre colori che si sono seccati e mettermi lì a confrontare i colori rimasti con il mio schema di colore per capire che colori avevo usato per l'esercito X?

Una primissima risposta è: giocare al computer dalle 22 in avanti è molto più semplice che dipingere dalle 22 in avanti. Vuoi perché dipingere sotto la luce artificiale è comunque diverso dal dipingere sotto la luce del sole, vuoi perché dipingere non è come sprofondare in poltrona e staccare il cervello una partita a Starcraft dietro l'altra, vuoi perché comunque dipingere richiede un minimo di sforzo solo per arrivare a prendere tutto quello che serve e mettersi lì... insomma, dipingere ha un coefficiente di attrito statico molto più alto rispetto a giocare ad un videogame, e a quell'ora la mia voglia di compiere sforzi è pari a zero.

Una seconda risposta è: perché dipingere non è divertente come giocare a Starcraft (sostituire "Starcraft" con il gioco che si preferisce). In parte è vero. Dipingere è a tratti rilassante (anche se dare i colori di base resta per me SNERVANTE), da soddisfazione, lascia qualcosa di concreto dietro di sé, ed è un'attività che non esiterei a definire più SANA che giocare ad un videogioco, pur nella sua geekità, ma divertente, beh, divertente non è. O meglio, non sempre. Non c'è dubbio che quando sono lì a fare cazzatine e ombrettine sul mio troll preferito mi diverto un sacco, ma mentre ripasso il rosso dell'ennesimo Angelo Sanguinario a coprire le mie inevitabili sbavature nere, la tentazione di vedere come brucia bene la plastica della GW è forte (adesso non c'è nemmeno più il metallo, quello sì che fondeva che è una meraviglia...). Insomma, dipingere ha dei momenti in cui bisogna semplicemente fare uno sforzo anche solo per andare avanti. Vedi punto uno sulla mia voglia di fare sforzi in questo momento.

La terza e probabilmente fondamentale risposta è però legata al fine ultimo del dipingere, il WHY WE FIGHT della pittura, insomma. I miei eserciti vedono il campo di battaglia raramente, ma ogni volta che si intravede la possibilità di una partita nell'immediato futuro riprendo in mano i pennelli e qualcosa dipingo. E' tutta lì la chiave. Perché dipingo? Principalmente per giocare. E se non gioco, non dipingo. E il bilancio del gioco del 2012 è, ahimé, tragico. Temo di non aver mai provato la sesta edizione di Warhammer 40k. L'ultima partita di Warhammer Fantasy è stata nell'intorno dell'uscita di Storm of Magic (non ricordo se subito prima o subito dopo), quindi estate 2011. Nel 2012 c'è stata qualche rara partita di Warmachine, e credo neanche una partita di Hordes. Annus horribilis. E il 2013... beh, niente di nuovo sotto al sole, anche qua credo 2-3 partite di Warmachine e stop.

Ma quindi? Cosa si può fare? Qual è la soluzione, la conclusione di tutto questo? Stamattina sotto la doccia pensavo a tutto questo e vedo solo due strade di uscita: una è dire ok, siamo cresciuti, non c'è più tempo per queste cose, lasciamo perdere, mettiamo tutte le miniature negli scatoloni e aspettiamo quando l'Erede avrà 10-12 anni per riprendere il discorso. L'altra è accettare il fatto che il gioco è comunque lì ad attenderci, e che ogni miniatura dipinta rimarrà per sempre dipinta, e continuare ad amare l'hobby e a soffrire anche per la sua mancanza, sforzandosi sempre di tenerlo lì, in mezzo alle cose importanti della propria vita.

Credo non serva dire qual è stata la mia scelta. Ho catalogato e ordinato tutte le mie miniature, le ho ritirate in maniera ordinata nei cassetti che uso per proteggerle dal Tempo, ho scelto la prossima miniatura da dipingere, l'ho sprayata e l'ho portata su insieme alla postazione di pittura. Non ho più le miniature che mi guardano dalla piattaia del mio soggiorno, e questa cosa ha in realtà avuto un effetto benefico sulla mia voglia di dipingere. Non ci sono più eserciti mezzi fatti e mezzi non, non c'è più la lotta intestina fra la GW e la PP per il mio banco di pittura. Ci sono solo i colori, la miniatura che sto dipingendo e i miei colori. E sto già studiando la lista dell'esercito dove inserirla. E se gli dei mi sono favorevoli, potrebbe pure essere un esercito fully painted. Che magari non vedrà il tavolo verde prima del 2014, ma che sarà comunque il mio orgoglio ogni volta che aprirò il cassetto e lo vedrò lì riunito.

Nessun commento:

Posta un commento